Indice degli argomenti

  • Generalità e tipi di resistori

    I resistori sono i componenti più presenti in qualsiasi tipo di circuito elettronico.

    Il simbolo con cui vengono indicati è il seguente:

    simbolo resistore

    Il principale parametro di un resistore è la sua resistenza elettrica che il componente introduce nel circuito in cui viene inserito.
    La resistenza viene espressa in Ω [Ohm] e nei sui multipli kΩ, MΩ.
    La resistenza crea una relazione proporzionale tra la tensione applicata ai suoi capi VR espressa in Volt [V] e la corrente che percorre il resistore IR espressa in Ampere [A] chiamata 1ª Legge Di Ohm:

    VR = R·IR

    Esistono resistori fissi e variabili.

    Le grandezze che identificano i resistori sono le seguenti:

    • valore nominale espresso in Ohm fornito dal costruttore 
    • tolleranza espressa in %, cioè la massima differenza tra valore reale e teorico
    • potenza massima dissipabile espressa in Watt, cioè il massimo valore di potenza applicabile dissipata sotto forma di calore senza che venga danneggiato il componente
    •  coefficiente termico, cioè la variazione del valore di resistenza in funzione della temperatura espresso in ppm/°C (parti per milione al grado centigrado)
    • eventuale temperatura di impiego, cioè il range di temperatura entro cui deve lavorare
    • eventuale stabilità, cioè variazione percentuale in funzione delle ore di lavoro (invecchiamento del componente)

    Ci sono diverse metodologie costruttive per realizzare i resistori.


  • Codice Colori Resistenze

    I valori nominali delle resistenze sono normalizzati e la serie a cui appartengono viene indicata con la lettere E seguita da un valore che indica il numero di valori presenti in ogni decade.

    Ad esempio: la serie E12 (che ha tolleranza ± 10%) comprende 12 valori per ogni decade: 10, 12, 15, 18, 22, 27, 33, 39, 47, 56, 68 e 82.

    valori commerciali serie E12

    resistori serie E12

  • Collegamento in serie e in parallelo dei resistori

    Le resistenze in serie e in parallelo sono due configurazioni fondamentali utilizzate nei circuiti elettrici per gestire la corrente e la tensione.

    Nelle resistenze in serie, i componenti sono disposti in una singola linea, in modo che la corrente attraversi ciascuna resistenza in successione. Questo comporta un aumento complessivo della resistenza totale e una diminuzione della corrente.

    Al contrario, nelle resistenze in parallelo, i componenti sono collegati in punti comuni ai due estremi, consentendo alla corrente di dividere tra di loro. Ciò comporta una resistenza totale inferiore rispetto a una singola resistenza e una corrente totale maggiore.

    La comprensione di queste due configurazioni è fondamentale per il progetto e il funzionamento efficace dei circuiti elettrici.

  • Potenziometri

    I potenziometri sono costituiti da una resistenza collegata a due terminali più un contatto mobile chiamato cursore. Il cursore può strisciare sulla resistenza e dalla sua posizione dipende il valore della resistenza misurata tra uno dei 2 morsetti e il cursore stesso.

    Esistono due configurazioni circuitali possibili chiamate a resistenza variabile o a potenziometro.

    resistenza variabile e potenziometro

    Caratteristiche principali

    • valore ohmico nominale di fondo scala
    • tensione di lavoro massima
    • potenza massima dissipabile
    • minima resistenza effettiva
    • resistenza di contatto
    • coefficiente di temperatura TC
    • temperatura d'impiego
    • legge di variazione resistenza-spostamento angolare (lineare, logaritmica, esponenziale)
    • tipo di movimento del cursore (lineare, rotatorio, elicoidale)
    • metodo di regolazione meccanica
    • angolo di rotazione
    • coppia di azionamento e coppia di arresto
    • potere risolutore
    • linearità e conformità
    • vita del resistore

    Il valore ohmico nominale è il massimo valore di resistenza ottenibile (fine corsa); i valori disponibili sono gli stessi delle serie normalizzate. Il valore più basso disponibile è 100 Ω.

    La potenza dissipabile ha valori contenuti tra 100 e 500 mW; qualche tipo di potenziometro (a filo) può arrivare a qualche decina di watt. Viene espressa in frazioni come per le resistenze (1/4W, 1/2W).

    La minima resistenza effettiva è quella tra cursore e terminale iniziale, la resistenza di contatto è quella tra cursore e avvolgimento.

    Curva di variazione della resistenza in funzione dell’angolo di rotazione del cursore

    La caratteristica lineare segnala, per identici spostamenti angolari, uguali variazioni di resistenza. La caratteristica logaritmica mostra, per identici spostamenti angolari in senso orario, variazioni minime di resistenza all’inizio della corsa e una variazione assai rapida verso l’estremità della rotazione. Un potenziometro logaritmico inverso (detto esponenziale) evidenzia il fenomeno contrario: la variazione di resistenza è massima all’inizio della rotazione in senso orario e minima all’estremità.

    Il potere risolutore indica il più piccolo angolo di rotazione che provoca una variazione della resistenza.

    Per i potenziometri lineari la linearità definisce lo scarto massimo in percentuale tra l'effettivo valore di resistenza e il valore teorico corrispondente rispetto al valore nominale; per i potenziometri non lineari lo stesso parametro viene chiamato conformità.

    La vita di un resistore variabile è definita come il numero di giri che il cursore può effettuare rimanendo nei parametri precedenti (linearità o conformità).

    I potenziometri possiedono un albero del rotore per la regolazione del valore resistivo che può essere lungo o corto:

    • albero lungo serve per consentire l'applicazione di una manopola di regolazione e viene utilizzato quando è necessario poter effettuare costantemente la variazione resistiva, ad esempio la manopola di un volume;
    • albero corto viene utilizzato quando è necessaria una regolazione di messa a punto che poi non viene più modificata; in questo caso la regolazione avviene tramite cacciavite.